DICHIARAZIONI RESE NELLA SALA STAMPA DEL QUIRINALE

CONSULTAZIONI

DICHIARAZIONI RESE NELLA SALA STAMPA DEL QUIRINALE

Palazzo del Quirinale, 29 gennaio 2008

Rappresentanza parlamentare Forza Italia (FI)

On. Silvio Berlusconi

Abbiamo incontrato il Presidente della Repubblica e abbiamo rappresentato a lui la posizione della nostra forza politica. La posizione la conoscete e riteniamo che non ci sia altra strada se non quella di ritornare al voto per dare al paese un governo al più presto possibile ed un governo immediatamente operativo

Abbiamo anche parlato della presente legge elettorale. Secondo noi ha consentito una piena governabilità alla Camera pur ad una coalizione che aveva vinto soltanto con 24.000 voti e non ha consentito altrettanta governabilità al Senato per il semplice fatto che la Sinistra aveva avuto al Senato 250.000 voti in meno rispetto al centrodestra

Crediamo che nell'attuale situazione di divaricazione delle due coalizioni, con un forte vantaggio del blocco liberale rispetto alle Sinistre, ci sia anche una certa libertà da parte delle due coalizioni di decidere chi possa restare nella coalizione, sottoscrivendo una piattaforma programmatica molto rigida, oppure restare fuori della coalizione stessa

Quindi, riteniamo che questa legge, per come oggi è diviso il panorama politico italiano, possa garantire nell'immediato una maggioranza che possa esprimere un governo capace di durare per i cinque anni di una legislatura

Questa è stata la nostra posizione molto semplice e essenziale ma credo assolutamente chiara.

Domanda

Si vuole organizzare una manifestazione di piazza in caso di mancate elezioni?

Berlusconi

Questa è stata una delle vergogne degli ultimi giorni da parte di certi mezzi di stampa. Mi era stata rivolta una domanda, e il senso della mia risposta è esattamente il contrario di quello che invece è stato indicato da alcuni giornali. Mi era stato detto: chiedono di andare in piazza gli altri partiti della coalizione, con un cenno alla Lega, alle parole di Bossi, e io ho detto: anche noi siamo raggiunti da tutta una serie di richieste, dalla nostra base, dagli amministratori locali, dai Circoli, ma abbiamo assolutamente rinunciato a questo e siamo nella direzione opposta, anche perché ci sono le consultazioni presso il Capo dello Stato e la responsabilità della decisione è sua. Quindi, una disinformazione piena e totale, e non ho nessuna paura di dire vergognosa da parte di molti organi di stampa.

Domanda

Presidente, nell'ultima settimana lei aveva detto che c’era un terreno di intesa politica sulla legge elettorale. Che cosa le ha fatto cambiare idea?

Berlusconi

Ma non abbiamo cambiato idea: noi siamo sempre aperti a un dialogo che vogliamo assolutamente continuare, ma, dopo che si era aperto questo dialogo e noi avevamo accettato quello che era il progetto del professor Vassallo, abbiamo dovuto poi prendere atto che già la prima bozza presentata era distante da quel progetto, perché venivano ridotte le circoscrizioni da 60 a 32, quindi veniva ridotto il barrage dell'ingresso dei piccoli partiti, e quindi non si evitava il fenomeno del frazionamento. Poi, la seconda bozza uscita, senza che nessuno avesse discusso con i nostri tecnici, è andata addirittura in una direzione per noi inaccettabile

Quindi, noi riteniamo che il Paese abbia bisogno di concordia. Auspichiamo il dialogo, e io diverse volte – e lo riaffermo qui - ho anche indicato la nostra volontà di chiamare ad una corresponsabilizzazione le forze politiche di entrambe le parti per dei provvedimenti che sono necessari: provvedimenti di riforma sia dell'architettura istituzionale del Paese, sia di ordine economico. Quindi, credo che questo sia qualcosa che resta del nostro auspicio

Per quanto riguarda il dialogo, se c'è una persona con la quale è facile dialogare, questo è il Presidente Berlusconi. Sono - l’ho detto altre volte - concavo quando un interlocutore ha delle punte, e convesso quando trovo un interlocutore che ha delle manchevolezze.

Domanda

Qualsiasi ipotesi di un governo di tregua, di pacificazione per fare poche riforme rapidamente, prima del voto, la trova contrario assolutamente?

Berlusconi

Poche riforme rapidamente? Bisogna intervenire sull'architettura istituzionale, e quindi toccare la Costituzione. Quindi, rapidamente non può essere. Per la riforma elettorale non si è trovato l'accordo in due anni, segnatamente negli ultimi due mesi, nemmeno all'interno di una singola parte politica, cioè della Sinistra: come si può pensare di tenere un paese, che ha bisogno di un governo vero e che governi da subito, sospeso alla ricerca di qualcosa su cui non esiste neppure lontanamente la possibilità, oggi, di intravvedere una piattaforma comune?

Domanda

Presidente, per quanto riguarda il mandato esplorativo?

Berlusconi

Mi sembra che sia inutile: l'esplorazione la sta facendo molto bene il Presidente della Repubblica.

Domanda

Presidente, mi sembra che Veltroni abbia lanciato una sfida: andare alle elezioni da solo...

Berlusconi

Vede, la nostra coalizione non è quello che Veltroni ha definito: la Sinistra è un “caravan serraglio”, e cioè con divisioni profonde, praticamente su tutti i punti del loro programma. Noi siamo sempre uniti sui principi, sui valori che poi sono quelli delle grandi democrazie occidentali, che con l’applicazione di questi principi, di questi valori, hanno fatto crescere le libertà, il benessere in ciascuno dei Paesi. Noi siamo stati sempre uniti su questi valori. Poi ci sono stati dei personalismi, anche comprensibili, che sono rientrati e che oggi non esistono più. Anzi, c’è stata, mi sembra, una dichiarazione di volontà di tutte le forze politiche, dei loro leaders di volere essere uniti e stiamo preparando insieme un programma molto preciso.

Domanda

In caso di elezioni anticipate, il referendum slitterà di un anno …

Berlusconi

Io non credo che questo esista come rischio: se ci sarà una maggioranza che tiene nelle due Camere, come sarà in effetti. E poi vediamo. Io penso che, intanto, c’è bisogno di avere un governo che si faccia anche valere sul piano internazionale. Teniamo presente che abbiamo avuto una debacle dal punto di vista dell’immagine per le vicende recenti, per la vicenda di Napoli. Io ho avuto modo in questi giorni di seguire continuativamente i telegiornali statunitensi e ho sofferto da italiano come non mai. C’era un giornalista e dietro le sue spalle, su tutte le reti, scorrevano ininterrotte le immagini di una teoria di rifiuti su entrambi i lati delle strade che sembrava non finire mai. E il titolo non era “Napoli sotto la spazzatura”, ma era “l’Italia sotto la spazzatura”. E quello che ho raccontato dà il segno di come sia difficile. Intanto gli esportatori mi dicono che già sentono dei riflessi negativi, ed è difficile che un Paese che ha dato di sé quest'immagine possa continuare a pretendere di essere l'avanguardia, di esportare il bello del “Dolce e Gabbana”, dei “Valentino”, degli “Armani”, e dell'alta tecnologia satellitare o dei cibi pregiati o vini pregiati, con quell'immagine che ha fatto capolino sulle televisioni e sui giornali di tutto il mondo. Pensi che cosa succede, per esempio, a New York: mi ha telefonato un amico che ha un ristorante a New York dicendo che c’era stato un calo molto sensibile delle presenze nei ristoranti italiani a vantaggio, tra l'altro, precipuamente dei ristoranti francesi che sono sempre in competizione con i ristoranti italiani. Mi ha raccontato un fatto che mi ha colpito ma che ci deve far riflettere: un cliente americano aveva fissato una cena per sé e per delle coppie di amici; le signore, parlandosi, avevano detto di non andare al ristorante italiano perché c'è quest'immagine; l'amico ha insistito ed è riuscito a convincerle ad una condizione: con la scusa di fare i complimenti ai cuochi, le signore potevano visitare le cucine. Lascio a voi interpretare la gravità di ciò che è successo attraverso questo singolo episodio che ha del paradossale, ma che purtroppo è così

Vi auguro buon lavoro e grazie.