Consultazioni Prodi

CONSULTAZIONI

DICHIARAZIONI RESE NELLA SALA STAMPA DEL QUIRINALE

Palazzo del Quirinale, 16 maggio 2006

Presidente Emerito Francesco Cossiga

Sono, si può dire, quasi fuori dalla politica, perché faccio parte di un mondo che non c’è più. Sono stato in politica dall’età di 15 anni: possiamo dire anche prima perché sono uno di quei giovani dell’Azione Cattolica a cui, durante il fascismo, è stato strappato il distintivo dall’occhiello. Però, oggi, per me è una giornata di particolare emozione, cioè è la giornata più emozionante dopo che, da questo stesso posto, parlando per un’ora e mezza – ma non sarà il caso oggi – di fronte alla vostra platea, platea stupefatta, informai che avevo proposto, a nome di un piccolo gruppo politico, che era però determinante per formare la maggioranza, Massimo D’Alema come Presidente del Consiglio.

Direi che, con le consultazioni di oggi, si chiude un ciclo politico. Lo dico io che sono stato sempre Democratico cristiano e non posso essere niente altro perché uno che, contro la propria famiglia, repubblicana e laica, si iscrive alla Democrazia Cristiana, anche sulla scorta del padre che durante il fascismo diceva ‘meglio i preti dei fascisti’ non può che rimanere Democratico cristiano, dico Cristiano democratico perché la Democrazia Cristiana non c’è più.

Oggi si è concluso quel ciclo storico, con l’elezione di questo galantuomo di Napolitano alla Presidenza della Repubblica e anche del mio amico Bertinotti che sostiene che di marxisti siamo rimasti in Italia soltanto io e lui: si chiude un’epoca che io avrei voluto far chiudere da prima dall’incarico alla Jotti, dal messaggio di Edimburgo, ma non sono stato compreso e, tra chi non mi comprendeva non c’era certamente Massimo D’Alema, né Napolitano che ha scritto nel suo libro, e l’ho ringraziato di questo che ascrivo a Suo onore, di non aver mai firmato un documento di accusa nei miei confronti.

Oggi si chiude, dicevo, l’era della egemonia della democrazia occidentale che poi è stata per lungo tempo dominata dalla Democrazia Cristiana. Non è che si instaura un regime, come ha detto qualcuno sbagliando. Oggi i due mondi non sono più divisi e occorreva che il pendolo andasse così rapidamente a sinistra fino alle alte carche dello Stato per recuperare i 50 anni.

Essendo terminata la lunga marcia del socialismo iniziata 80 anni fa da Turati a Bissolati, a Gramsci, a Togliatti, a Berlinguer, oggi probabilmente, se si saneranno le ferite che sono profonde nel corpo della Nazione. Ma un uomo come il Presidente della Repubblica, umano anche e signore – questo in politica c’entra: io sono molto meno signore di lui, come è noto per le cose che ho dichiarato qualche ora fa, molto meno signore – spero che ci riesca.

Ecco, io sono emozionato perché credo si sia giunti a questo punto perché 35/36 giovani deputati, allora accusati del ribaltone, compresero che bisognava chiudere la “conventio ad escludendum” e portare Massimo D’Alema alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Credo che vivrò emozioni come queste.

Io mi auguro che essendo già adesso spostato decisamente a sinistra – lasciamo stare i piccoli frammenti di ex appartenenti a diversi partiti che contano qualche voto ma, spero, non contino politicamente altrimenti fanno i guai che noi abbiamo fatto prima – mi auguro che il Italia possa funzionare quel pendolo tra destra e sinistra che è caratteristico di tutte le grandi democrazie.

Grazie per l’attenzione.