Forno di Coazze 23/04/2009

Intervento del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, a Forno di Coazze

INTERVENTO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
GIORGIO NAPOLITANO
A FORNO DI COAZZE

Forno di Coazze, 23 aprile 2009

Saluto le autorità regionali, provinciali e comunali, il Sindaco di Torino e i Sindaci di tutti gli altri Comuni, saluto le rappresentanze combattentistiche e partigiane, saluto la rappresentanza delle nostre Forze Armate, i rappresentanti delle diverse fedi religiose, i rappresentanti dei paesi amici i cui figli combatterono al fianco degli italiani.
Partecipo, con commozione e con un senso di profonda partecipazione ideale ed istituzionale, a questa triste e fiera cerimonia, così carica di memoria e di significato.
Un anno fa celebrai il 25 aprile a Genova nello stesso spirito con cui partecipo oggi a questo nostro incontro e volli allora mettere in evidenza come la Resistenza fu una straordinaria prova di riscatto civile e patriottico dell'Italia, del popolo italiano e di come essa quindi non possa appartenere solo ad una parte della nazione.
D'altronde, nel rivolgermi al Parlamento per la prima volta dopo la mia elezione dissi che celebrare la Resistenza era uno sforzo da compiere con l'impegno di ricomporre in spirito di verità la storia della nazione, la storia della Repubblica, per giungere finalmente ad un comune sentire storico.
Ripeto nuovamente, con piena convinzione, questa necessità e questo impegno.
Tutto ciò richiede la valorizzazione di tutte le componenti delle Resistenza: la componente partigiana, la componente popolare, la componente militare, mentre non tutte sono state sempre sufficientemente ricordate e valorizzate.
Innanzitutto, la decisiva componente della lotta e dell'eroismo delle formazioni partigiane che in queste valli scrissero pagine indimenticabili cui desidero rendere oggi omaggio con la mia presenza a nome della Repubblica.
La componente popolare rappresentata dalle sofferenze e dalle atrocità inflitte alle popolazioni : rappresaglie, stragi, autentici eccidi di innocenti. Avete anche voi vissuto e ora ricordato questi terribili episodi e i nomi delle vittime.
Nello stesso tempo la componente costituita dalla solidarietà attiva delle popolazioni con il movimento partigiano.
Non meno importante, dobbiamo sottolinearlo, fu la componente militare rappresentata da quegli ufficiali e soldati fedeli al giuramento che, dopo l'8 settembre, resisterono alle minacce delle forze naziste già alleate, non si piegarono alle umiliazioni che esse volevano infliggere loro, combatterono eroicamente - come a Cefalonia dove mi sono recato due anni fa in occasione del 25 aprile - e nei mesi successivi si unirono alle formazioni partigiane dando loro sostegno e spesso anche guida.
Né possiamo dimenticare l'odissea dei seicentomila militari italiani internati in Germania nei campi di concentramento, i quali respinsero ogni lusinga e compromesso rifiutando l'adesione al regime repubblichino.
Infine, dobbiamo dare il posto che loro spetta al ruolo delle formazioni del rinato esercito italiano, quel corpo italiano di Liberazione che ricorderò dopodomani nel luogo della sua prima battaglia contro le forze tedesche, a Mignano Monte Lungo nella regione di Cassino.
Ebbene, io credo che sia importante dare tutto il peso necessario a questa unitarietà delle diverse espressioni del moto resistenziale, senza però certamente svalutare o diffamare, come purtroppo è accaduto e ancora accade, l'esperienza partigiana, il cui contributo, piaccia o non piaccia, fu determinante per restituire libertà, indipendenza e dignità al nostro Paese.
Voglio in conclusione dire che considero importante che ci si unisca quest'anno nella giornata del 25 aprile per celebrare, in qualsiasi modo e in qualsiasi luogo, l'una o l'altra delle componenti della Resistenza.
Essenziale è che ci unisca la stessa consapevolezza, che ci unisca lo stesso impegno a preservare il patrimonio e i valori della Resistenza che si sono tradotti nei principi e nei diritti della Costituzione repubblicana.