Palazzo del Quirinale 24/04/2007

Intervento del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, durante l'udienza alle Associazioni Combattentistiche e d'Arma


INTERVENTO DEL
PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
GIORGIO NAPOLITANO
DURANTE L'UDIENZA ALLE ASSOCIAZIONI COMBATTENTISTICHE E D'ARMA

PALAZZO DEL QUIRINALE, 24 APRILE 2007


Signor Ministro della Difesa,
Autorità civili e militari,
Presidenti e rappresentanti delle Associazioni Combattentistiche e d'Arma, e della Confederazione fra le Associazioni combattentistiche e partigiane,
per la prima volta, questa udienza ha luogo in forma unitaria ed in concomitanza con le celebrazioni per la ricorrenza del 25 aprile, festa della Liberazione. Mi è parso che fossero così meglio e più equamente garantite considerazione e visibilità a tutte le Associazioni e potesse anche essere adeguatamente sottolineato il significato speciale di questo incontro.
Ogni anno, il 25 aprile ci induce, infatti, a riflettere su come il nostro Paese risorse dalla barbarie del nazi-fascismo e della guerra ed a ricordare le donne e gli uomini, civili e militari, che, in Italia ed all'estero, furono artefici insieme alle forze degli alleati di un doloroso ma decisivo passaggio della storia del nostro Paese.
La lotta di Liberazione fu innanzitutto moto spontaneo delle coscienze, che si estese dalle Fosse Ardeatine a Marzabotto, da Porta San Paolo a Cefalonia, dalle montagne italiane ai Balcani, dalle carceri di Regina Coeli e San Vittore ai lager nazisti. E fu sacrificio di tantissimi italiani, insieme con vaste schiere di giovani soldati americani, inglesi, francesi, canadesi, polacchi e di altri Paesi alleati.
La Liberazione fu per l'Italia il frutto di innumerevoli sforzi, coerenti nello spirito e negli scopi anche se distinti nei modi, che anticiparono, accompagnarono e spesso integrarono l'intervento pur determinante delle forze anglo-americane: la lotta partigiana in armi, le azioni di combattimento delle Forze Armate in Italia e all'estero dopo l'8 settembre, la resistenza dei deportati e degli internati nei lager e quella spontanea delle città come dei piccoli comuni, fino all'azione, spesso silenziosa e misconosciuta, di tantissimi singoli cittadini.
Sono lieto che il Parlamento, in una difficile situazione di bilancio, abbia voluto comunque introdurre nell'ultima legge finanziaria ulteriori riconoscimenti dei sacrifici sofferti prevedendo la concessione di medaglie d'onore a deportati ed internati. Mi auguro che, pur se ormai tanti anni sono trascorsi da quelle drammatiche esperienze, questo provvedimento possa finalmente rendere una sia pur simbolica testimonianza al valore ed alla dignità con cui migliaia di italiani scelsero consapevolmente di rinunciare alla libertà per mantenere fede al giuramento prestato ed ai propri ideali.
Tornando alle ragioni del nostro incontro, sono convinto che proprio le Associazioni che voi rappresentate personifichino le tante componenti, diverse e convergenti, della Liberazione e quindi possano e debbano operare quale canale di collegamento, quale garanzia di continuità rispetto ai valori ed agli insegnamenti di quel fondamentale processo storico.
Siamo chiamati a prestare tutta la nostra attenzione all'attualità di quegli insegnamenti; sapendo che è nostro compito non solo ricordare ma costruire ponendo a frutto la grande forza creativa che può scaturire dalle esperienze vissute in una fase storica precedente. Per fare ciò, è necessario considerare quei valori e quegli insegnamenti nel loro significato non contingente, non destinato ad esaurirsi con gli eventi del passato. Soltanto così riusciremo a vivere il 25 aprile non semplicemente come richiamo alla storia, ma come punto di partenza per costruire insieme un futuro migliore.
La Liberazione, in effetti, fu un risultato di decisiva importanza per l'avvenire del Paese, ma al tempo stesso e soprattutto fu la premessa, la condizione per un'Italia nuova, per la Costituzione, per la faticosa ed entusiasmante edificazione di una democrazia vitale, per la rinascita economica e sociale, per lo sbocciare della realtà istituzionale dell'Europa e delle Organizzazioni Internazionali, anima e strumento del multilateralismo, e quindi, via via, per il superamento della contrapposizione tra i blocchi ideologici e militari e per la fine della Guerra Fredda: tutte conquiste che la Liberazione dell'Italia e dell'Europa ha reso possibili, tutte tappe di un difficile cammino che continua nel presente e si proietta nel futuro.
Il grande moto di libertà e di progresso che noi associamo alla storica giornata del 25 aprile ci ispira oggi nell'impegno che dispieghiamo in diverse aree e regioni del mondo, ove le nostre Forze Armate, le strutture della cooperazione civile e le Organizzazioni Internazionali di cui l'Italia è da sempre partecipe e protagonista portano il loro contributo per avviare o ripristinare il processo virtuoso della pace, della sicurezza e dello sviluppo, per favorire l'emancipazione di quei popoli da forme molteplici di oppressione e sfruttamento.
Alle Forze Armate è affidato il compito di custodire e di contribuire ad affermare, in un quadro più ampio, unitamente a tutte le altre componenti dello sforzo nazionale, le tradizioni di civiltà, di cultura, di pace operosa, che col 25 aprile tornammo a sentire nostre ; affermarle sia in Patria sia nei diversi, difficili e impegnativi teatri operativi ove i nostri reparti sono chiamati ad operare.
Oggi, con l'altruismo e l'umanità che sono caratteristiche peculiari dei militari italiani, circa 8.000 tra soldati, marinai, avieri, carabinieri e finanzieri sono impiegati fuori dal territorio nazionale, in teatri che vanno dal Libano fino all'Afghanistan, senza dimenticare i vicini Balcani. Così, adeguandosi al mutato e continuamente mutevole scenario internazionale, le Forze Armate hanno sostenuto negli ultimi anni notevoli sforzi sia per contribuire efficacemente alle missioni decise dal Parlamento e dal Governo nell'ambito delle risoluzioni dell'ONU e nel pieno rispetto del dettato costituzionale, sia per portare avanti e accelerare il processo di modernizzazione e rinnovamento interno ormai in corso da lungo tempo.
Lo strumento militare è oggi formato da professionisti: Forze Armate di volontari ma pur sempre Forze Armate del popolo italiano; ragazzi e ragazze che hanno risposto con crescente adesione alle opportunità di reclutamento loro offerte, in particolare quali volontari a ferma prefissata di un anno. Le aspettative di questi giovani, soprattutto dei più meritevoli, vanno tenute in debita considerazione; è dunque necessario continuare a dare a questi ragazzi opportunità professionali, sia nelle Forze Armate sia negli altri corpi dello Stato, così come nell'amministrazione civile, che non può che giovarsi della loro preparazione e delle loro motivazioni. E nello stesso tempo - con tutta la gradualità e la capacità di selezione e qualificazione della spesa che il vincolo di un pesante debito pubblico esige - le nostre Forze Armate debbono conservare standard quantitativi e qualitativi comparabili a quelli dei principali partner europei, e produrre così uno sforzo innovativo tale da consentire all'Italia di collocarsi, nell'ambito delle Organizzazioni Internazionali ed in primo luogo in seno all'Unione Europea, tra le nazioni guida del processo di stabilizzazione e salvaguardia della sicurezza e dello sviluppo nell'era della globalizzazione.
Anche a voi, cari Presidenti e rappresentanti delle Associazioni Combattentistiche e d'Arma, spettano i compiti, certo non facili ma per questo ancora più importanti e appassionanti, di costituire un collegamento tra la società civile e le Forze Armate, di trasmettere alle nuove generazioni i valori che hanno ispirato la nostra giovinezza e che si sostanziano nella Costituzione repubblicana e nella nuova Patria europea. Vale l'appello che nel 1954 Piero Calamandrei rivolse ai giovani : perché portassero "nella vita politica quella serietà civica, quell'impegno religioso di sincerità e di dignità umana che fu il carattere distintivo della Resistenza". E' l'appello che ci sentiamo di dedicare con fiducia anche a quei giovani che possono portare quei valori nelle nuove Forze Armate di cui entrano a far parte.
Con tali sentimenti, esprimo il mio più vivo apprezzamento per il vostro generoso impegno, il mio convinto incoraggiamento a proseguire la vostra tenace e illuminata missione di ponte ideale tra passato, presente e futuro e insieme di concreto sostegno alle nostre Forze Armate.