Palazzo del Quirinale 11/12/2020

Intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in videoconferenza, in occasione della XI edizione della cerimonia di conferimento del Premio Nazionale per l’Innovazione “Premio dei Premi” 2020

 

Un saluto cordiale alle Ministre della Funzione pubblica e dell’Innovazione, al Presidente Nicolais e a quanti sono collegati in questo incontro in forma virtuale non meno intenso di quanto di consueto avviene.

L’accelerazione dell’innovazione scientifica e tecnologica ha contribuito a cambiare il mondo, mutando anche le relazioni tra le persone e i modelli di vita delle comunità, a partire dalle comunicazioni sempre più rapide e globali. È valso per i modelli produttivi; è valso per affermare mete di progresso non riferibili al solo aspetto economico. La salute delle comunità umane è fra queste.

L’innovazione e la ricerca sono decisivi nello storico e drammatico passaggio che stiamo vivendo, in cui gli effetti della globalizzazione rendono più che mai universale il destino dell’umanità e, al tempo stesso, consentono di mettere a fattore comune gli sforzi per combattere la pandemia.

Quando si è diffuso il Covid ci siamo rivolti agli scienziati, ai ricercatori, ai laboratori per migliorare le cure, per accelerare i tempi dei vaccini. Ora, mentre siamo in vista del traguardo di una immunizzazione di massa, l’innovazione e la ricerca hanno altrettanto valore nel sospingere con conoscenze, sinergie e strumenti inediti, una nuova progettazione e la necessaria ripartenza della vita della società, con tecnologie sempre più capaci e intelligenti in grado di ridisegnare infrastrutture, produzioni, mercati, oltre ovviamente ai modi e ai tempi del lavoro umano.

La lotta al virus richiederà a tutti noi ancora serietà, sacrifici, unità; ma anche grazie alle risorse morali e materiali che siamo riusciti a mobilitare possiamo e dobbiamo guardare al dopo, cominciare a costruirlo.

Oggi la nostra responsabilità è duplice: difendere al meglio persone e comunità e, nel contempo, preparare una nuova stagione di sviluppo; una stagione finalmente sostenibile sul piano ambientale, sociale, economico, e quindi più equa. Non dobbiamo arrenderci ai danni che la pandemia può arrecare alla nostra struttura sociale, e che si aggiungono a quelli di stagioni non felici, che hanno visto il prevalere delle logiche finanziarie sull’economia reale. È una responsabilità che interpella anche quanti sono oggi qui convenuti. Imprese piccole e grandi, università e centri di ricerca, uffici della Pubblica Amministrazione. Siamo di fronte a un crocevia inedito.

Il dopo-pandemia può essere un ponte verso una società più giusta e inclusiva, oppure può restituirci una comunità con disparità di vari squilibri irrisolti. Molto dipenderà da quanto e da come investiremo in ricerca e innovazione, da come sapremo sostenerle e indirizzarle, da quanto saremo capaci di condividerne i risultati.

Abbiamo anche la possibilità di guidare in maniera più incisiva il processo, in modo da selezionare alcune priorità strategiche per diffondere il benessere, per accrescere la capacità di competizione del sistema e, insieme, per ridurre vecchie e nuove diseguaglianze.

L’Unione europea è stata capace di un salto di qualità, per qualcuno inatteso, ma che trae origine proprio dai suoi valori costitutivi e fondativi.

Il Next Generation EU e il Recovery Fund offrono grandi opportunità che non possiamo disperdere, così come non possiamo accettare che i reflussi nazionalistici fuori tempo ne rallentino o intralcino il cammino. L’Europa rilancia il proprio ruolo: promuovere lo sviluppo e la pace a livello internazionale in base ai valori della sua civiltà espressi nel suo modello sociale, nei principi di libertà che ispirano i suoi ordinamenti.

La trasformazione digitale sarà tra i motori della ripartenza dando impulso a molteplici settori e servizi: dalla manifattura, all’agricoltura, alla sanità, all’istruzione, alla cultura.

Lo sviluppo del digitale, abbinato a tecnologie verdi per affrontare meglio la sfida ambientale, consentirà di inoltrarsi lungo un sentiero di sviluppo più virtuoso, più solido e rivolto al futuro. Non è un caso che il Recovery Plan sia stato affiancato nella progettualità e nel bilancio comunitario al Green New Deal, in coerenza, fra l’altro, con l’agenda 2030 delle Nazioni Unite.

La partecipazione a programmi comuni per la ricerca e l’innovazione, come nel caso del programma Horizon, e la collaborazione tra Paesi di cui il Cotec è promotore sono di grande aiuto per raggiungere obiettivi di alto livello, a carattere continentale: dalla questione della sicurezza dei dati e delle reti a quella dell’energia prodotta dall’idrogeno.

Ho fatto riferimento a responsabilità condivise nel perseguimento di un futuro migliore. Come le Ministre poc’anzi hanno sottolineato, innovazione e ricerca sono centrali, ma altrettanto significativa è la capacità che avremo di trasferire e far acquisire questi paradigmi in tutti gli ambiti del sistema educativo, dei servizi pubblici e privati, nei vari settori produttivi.

Colmare i divari nelle tecnologie digitali, nella connettività, è essenziale a questo fine, giacché permette di mettere a frutto tutte le risorse dei territori - anche di quelli più remoti - riducendo le differenze di opportunità che separano i grandi centri urbani dalle aree interne, montane e rurali. È uno dei temi posti in evidenza poc’anzi dal Presidente Nicolais: la ripartenza dell’Italia non potrà fare a meno del contributo del Mezzogiorno; e, in esso, del talento dei suoi giovani.

I giovani devono essere non soltanto i beneficiari, ma anche i protagonisti della stagione post-Covid.

Università e scuola hanno sofferto per il confinamento necessitato dal propagarsi dell’epidemia; eppure la comunità nazionale si è resa conto - come mai avvenuto prima - del loro immenso valore sociale per la formazione dei ragazzi e per la crescita complessiva della comunità: è una sfida per le risorse del Recovery Plan.

La Pubblica Amministrazione, lungi dall’essere accessoria o estranea ai percorsi di innovazione, è protagonista, con i servizi cittadini e alle imprese, della possibilità di successo di questa trasformazione.

Stiamo vivendo tempi difficili; la pandemia ha portato sofferenze, morte e paure in ogni comunità e il mondo intero è impegnato a contrastarne la diffusione e a limitarne il più possibile le conseguenze sulle persone.

Le priorità sono cambiate per ciascuno di noi: per le famiglie, per le imprese, per gli Stati. Abbiamo riscoperto appieno il grande valore della resilienza, della precauzione, della solidarietà, del coraggio. I riconoscimenti assegnati in questa edizione del Premio nazionale per l’Innovazione sono essi stessi prova della tenacia presente nella nostra società e sono dimostrazione di quanta capacità e di quanta qualità sia presente nel nostro tessuto imprenditoriale, nella Pubblica Amministrazione, nei servizi, unendo alla competitività, i valori della sostenibilità sociale e ambientale.

A tutti i premiati va dunque l’apprezzamento più intenso: sono espressione di una società che vuole essere protagonista del domani.

Dobbiamo fare in modo che gli esempi più virtuosi contagino positivamente l’intero sistema trasmettendo anche il coraggio del rischio, dell’esplorazione di orizzonti intuiti ma ancora ignoti, che sono decisivi nei passaggi importanti della vita delle comunità.

Buon lavoro a tutti voi che cercate di tracciare nuove rotte. E buon lavoro alle giovani e ai giovani che con questi percorsi sono ansiosi di misurarsi. Auguri.