Genova 03/08/2020

Incontro del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con i familiari delle vittime del crollo del Ponte Morandi

Ringrazio il Prefetto per aver organizzato questo incontro che tenevo molto ad avere con voi, prima della cerimonia del ponte, per sottolineare pubblicamente e in maniera evidente alla pubblica opinione che la ferita non si rimargina, che il dolore non si dimentica e che la solidarietà non viene meno in alcun modo.

Condivido la vostra scelta di vederci qui in Prefettura e non sul ponte. Lo preferisco anch’io, non perché sul ponte quello che avverrà tra poco non sia importante; lo è per la città naturalmente avere il nuovo ponte.

Ma questo incontro è un’occasione di raccolta, non un’occasione di frastuono. La cerimonia è seriamente sobria e si limita a quello che è essenziale, cioè aprire il nuovo ponte per la città. E questo ponte non è una cancellazione di quel che è avvenuto. Anzi, io lo vedo in buona parte come una lapide che ricorda le vittime di quanto è avvenuto due anni addietro. Come lo è questo incontro qui in prefettura, raccolto, per ascoltarvi, per ribadirvi l’impegno per le cose non ancora definite, che so che sono consistenti e ancora aperte. Serve anche per dire a tutti voi quanto la vicinanza della Repubblica non viene meno nei vostri confronti.

Il ricordo delle vittime segna la vita nostra, la vita collettiva della Repubblica. E il sostegno per i familiari e per le loro esigenze e sensibilità è un sostegno sincero.

Lei, Presidente Possetti, ha raccontato alcuni aspetti, come quello della concessione, e comprendo bene come sia un elemento particolarmente sensibile per tutti voi. Lo è in realtà per tutti. Non è competenza mia naturalmente definire la questione, ma del governo e del Parlamento, ma queste sono cose che vengono tenute in grande considerazione.

Un altro aspetto è quello della responsabilità. Le responsabilità non sono generiche, hanno sempre un nome e un cognome. Sono sempre frutto di azioni che dovevano essere fatte o di omissioni che non dovevano essere compiute.

E quindi è importante che vi sia un’azione severa, precisa, rigorosa di accertamento delle responsabilità.

Ed è importante anche il terzo punto che lei ha indicato: quello di una condizione che regoli - sperando che mai più avvenga - l’eventualità di una tragedia come questa per quanto riguarda i familiari.

Naturalmente tutti avete avuto problemi di carattere affettivo, di emozione, di sentimenti, di condizioni di vita cambiata, turbata e sconvolta. Ma alcuni hanno avuto problemi, anche particolarmente intensi, di carattere concreto, economico. E questo non è giusto che avvenga.

Ed è bene pensare ad una condizione che regoli quel che si deve fare in circostanze tragiche come quella che è avvenuta.

Io continuo a seguire perché si arrivi a un punto positivo, concreto. Se le norme - come sembra - non consentono ad oggi interventi adeguati, occorre provvedere perché la lo spazio della normativa consenta di intervenire in queste condizioni.

Io vi ringrazio molto per le cose che mi avete consegnato e che vi assicuro seguirò con grande attenzione, passo, passo, tutte quante.

Adesso mi recherò al ponte, e sarà bello vedere questi quarantatré lampioni che ricordano le vittime. Saranno letti anche i nomi delle vittime per sottolineare come questo ponte non sia una chiusura di quanto è avvenuto ma la conseguenza di quanto è avvenuto. Ed è un modo anche di ricordare la tragedia.

Chiunque vedrà il ponte a Genova - e anche molti dei non genovesi che passeranno - avranno sempre bene in mente che quel ponte è lì perché ce n’è un altro che è crollato, con le vite che ha troncato.

Questa è una cosa che non andrà dimenticata.

Certamente la ricorda la Repubblica.

Vi ringrazio per questo incontro e ringrazio ancora il Prefetto per averlo promosso e organizzato.