Signor Presidente,
Signora Primo Vice Presidente,
Autorità,
Signore e Signori,
desidero ringraziarLa – Signor Presidente – per le cordiali espressioni di stima e considerazione che ha voluto dedicare all'Italia e al suo popolo e per l'accoglienza, così calorosa, riservata a me, a mia figlia e alla delegazione che mi accompagna.
Sono particolarmente lieto che questa Visita di Stato in Azerbaigian, la prima di un Presidente della Repubblica Italiana, possa aver luogo in un momento così significativo.
Questa missione – che mi consente di ricambiare le visite compiute nel nostro Paese da Lei e dalla Sua gentile consorte – si svolge infatti in occasione del centesimo anniversario della proclamazione della Repubblica Democratica dell'Azerbaigian, celebrato nei mesi scorsi anche a Roma, e durante l'anno di Presidenza italiana dell'OSCE, un’organizzazione voluta per incentivare il dialogo e la cooperazione pacifica tra gli Stati.
La crescita della reciproca fiducia tra nazioni e popoli – unita al rispetto dei principi di diritto internazionale universalmente riconosciuti – è la condizione che incrementa la stabilità nei rapporti fra Stati, costituendo base essenziale di crescita e progresso.
I rapporti tra Azerbaigian e Italia hanno conosciuto, in oltre un quarto di secolo di relazioni diplomatiche, uno sviluppo straordinario.
Nel corso del tempo, si è infatti sviluppata una fitta rete di scambi – culturali, politico-istituzionali ed economico-commerciali – che ci ha consentito di approfondire la nostra reciproca conoscenza e amicizia, piantando i semi di un partenariato strategico che guarda a un futuro di ulteriore rafforzamento delle nostre relazioni, in ogni settore.
La reciproca conoscenza si è intensificata nel corso degli ultimi decenni, avvalendosi di radici profonde e lontane nel tempo.
Non lontano dalla sua capitale – nella quale le memorie storico-architettoniche del passato si sovrappongono felicemente all'impronta dinamica della modernità – l'Azerbaigian ospita la più orientale delle epigrafi in latino pervenute sino a noi, a testimonianza di come, già nell’antichità, quest’area fosse considerata strategica per la regione mediterranea.
Una circostanza confermata negli ultimi decenni da una scelta di grande rilevanza compiuta dal suo Paese.
Senza abbandonare in alcun modo la propria tradizionale posizione, l’Azerbaigian ha voluto, infatti, legarsi sempre più proprio a quel Grande Mediterraneo in cui l’Italia – per evidenti ragioni geografiche e meditate scelte politiche – è sempre stata al centro.
Noi guardiamo il presente e il futuro dell’Azerbaigian attraverso il prisma di questa opzione, rafforzata dall’edificazione di significativi legami tra Baku e l'Unione Europea e dalla proficua collaborazione esistente tra l'Azerbaigian e l'Alleanza Atlantica.
Le complesse sfide che abbiamo di fronte spingono al consolidamento di relazioni volte al perseguimento della stabilità regionale, in un quadro che evidenzia la necessità di preservare una pacifica convivenza fra culture e religioni. L’esempio offerto dall’Azerbaigian in questa direzione è prezioso.
Signor Presidente,
da anni, i nostri Paesi collaborano con successo in molteplici ambiti, tra i quali spiccano le sinergie in campo energetico e industriale, punto qualificante delle nostre relazioni bilaterali.
È per me motivo di particolare soddisfazione constatare come il rapporto tra Azerbaigian e Italia – lungi dall’esaurirsi o limitarsi alla pur rilevante dimensione economica – si sia arricchito, nel corso del tempo, di una profonda valenza culturale e sociale.
Negli ultimi anni è più che raddoppiato il numero di visti per studio concessi a studenti azerbaigiani, uno sviluppo particolarmente incoraggiante, che ci rende orgogliosi e che intendiamo ulteriormente promuovere, coltivando attivamente il talento dei giovani di questo Paese e le possibilità di studio e di scambio di esperienza con i nostri giovani.
I rapporti culturali costituiscono una priorità condivisa, alla quale l'Italia intende conferire ulteriore profondità, anche attraverso progetti di elevato significato e profilo, frutto della collaborazione tra le Istituzioni culturali e scientifiche dei nostri Paesi.
Signor Presidente,
la capitale dell'Azerbaigian mostra ai suoi visitatori un’affascinante e articolata varietà di influenze culturali e storico-architettoniche, la cui straordinaria importanza nell’ambito del patrimonio mondiale dell’umanità è stata, opportunamente, riconosciuta.
Un’eredità che, unita al rilevante potenziale di una popolazione giovane e di talento, costituisce un patrimonio inestimabile sul quale continuare a edificare un futuro di pace, apertura, dialogo e prosperità.
L’Italia continuerà ad essere un partner sincero, determinato e leale dell'Azerbaigian.
In questo spirito, invito i presenti a levare i calici alla prosperità e al benessere della Sua persona e della Sua famiglia, alla collaborazione tra l’Azerbaigian e Italia e all'amicizia tra i nostri popoli.