INTERVENTO DEL
PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
CARLO AZEGLIO CIAMPI
DURANTE LA CERIMONIA DI CONSEGNA
DELLE MEDAGLIE D'ORO AL MERITO CIVILE
AI COMUNI COLPITI DAL TERREMOTO DEL 1980
Palazzo del Quirinale, 25 gennaio 2006
Signor Vice Presidente del Senato,
Signor Rappresentante della Camera,
Signor Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri,
Signori Presidenti delle Giunte e dei Consigli Regionali della Basilicata e
della Campania,
Onorevoli Parlamentari,
Autorità civili, militari, religiose,
Cari Sindaci,
è con profonda commozione che mi accingo a consegnare le Medaglie d'Oro al
Merito Civile ai Comuni più gravemente devastati dallo spaventoso terremoto del
1980 che colpì in particolare vaste zone della Campania e della Basilicata.
Sono trascorsi 25 anni, ma è ancora vivo il dolore che quella tragedia provocò
nell'animo di tutti gli Italiani.
La cerimonia di oggi si propone di mantenere vivo il ricordo di tale drammatico
evento e di rinsaldare i vincoli di solidarietà dell'intera collettività
nazionale nei confronti delle popolazioni che furono così duramente provate.
Allora l'intero Paese si accomunò in un intenso slancio che trovò la massima
espressione nell'opera appassionata dei numerosi volontari giunti da ogni parte.
Ad essa si aggiunse il generoso aiuto di tanti Paesi europei e di altri
continenti.
Tutti coloro che intervennero nelle attività di soccorso e assistenza, dai Vigili del Fuoco ai Militari, dalle Forze di Polizia al Personale sanitario e ai Tecnici delle diverse specialità, operarono con esemplare abnegazione.
Il terremoto del 1980 ebbe gravissime conseguenze - quasi 3mila vittime,
oltre 10mila feriti e circa 300mila senzatetto - determinate sia dalla sua
intensità - un sisma di magnitudo 7 della Scala Richter - sia dalla sua durata
- 80 interminabili secondi.
La portata devastante del sisma fu accentuata dal fatto che l'area colpita
comprendeva sia numerosi Comuni di montagna, sia agglomerati urbani intensamente
popolati. Si aggiunsero le pessime condizioni climatiche, che resero
particolarmente difficoltose le operazioni di soccorso e portarono al limite
della sopravvivenza la condizione degli sfollati.
La memoria di quella tragedia deve indurci in primo luogo a profondere il
massimo impegno nelle attività di prevenzione e di pianificazione dei soccorsi.
A distanza di venticinque anni possiamo affermare che quel disastroso terremoto
costituì un punto di svolta nell'organizzazione di una moderna Protezione
Civile in Italia.
Non che questa considerazione possa lenire il dolore per il tributo di vite
umane e di sofferenze pagato, ma è giusto sottolineare che proprio quell'evento
ha segnato un'inversione di tendenza, facendo sì che Stato, Regioni ed Enti
locali pervenissero, nel giro di pochi mesi, alla elaborazione di un sistema in
cui il coordinamento di tutti i livelli territoriali e il concorso di tutte le
forze operative costituissero un sistema unitario in grado di poter funzionare
in maniera efficiente.
Con il D.P.R. del 6 febbraio 1981, venne infatti approvato il regolamento di
esecuzione della legge del 1970 sulla Protezione Civile e furono poste le
premesse per una rapida evoluzione del quadro normativo che disciplina la
materia del soccorso e dell'assistenza alle popolazioni colpite da calamità.
Le situazioni di emergenza che si sono verificate successivamente hanno
dimostrato la validità del lavoro comune svolto dalle diverse componenti
istituzionali centrali e locali e dal Volontariato.
La cooperazione tra gli enti deve soprattutto puntare alla prevenzione,
utilizzando al meglio le risorse offerte dalla moderna tecnologia per
minimizzare le conseguenze delle calamità naturali.
Questo è stato fatto ed è costantemente aggiornato.
Ho avuto modo di visitare ed apprezzare in alcune parti del Paese soggette a
rischio di diverso tipo i centri funzionali che hanno il compito di raccogliere
e trasmettere al Sistema Nazionale della Protezione Civile tutti i dati di
previsione attinenti a possibilità di alluvioni, frane, eruzioni vulcaniche e
movimenti tellurici.
Bisogna proseguire - e lo si sta facendo - con convinto impegno su questa
strada, ricercando soluzioni tecniche e organizzative migliorative degli attuali
assetti, e raggiungere così livelli di efficienza sempre più elevati.
Le medaglie che consegno oggi intendono rendere omaggio allo spirito di
sacrificio, all'impegno civile e al senso della solidarietà di cui le
popolazioni coinvolte diedero prova, pur fra tante difficoltà, sia nei giorni
immediatamente successivi al sisma sia nella lunga, laboriosa fase di
ricostruzione.
Con tali sentimenti, cari Sindaci, Vi prego di portare ai Vostri concittadini e
a tutti coloro che nelle loro funzioni operano al servizio della collettività
il mio vivo apprezzamento e il mio sentito e cordiale saluto.