VISITA DI STATO DEL
PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
CARLO AZEGLIO CIAMPI
NELLA REPUBBLICA ELLENICA
DICHIARAZIONE ALLA STAMPA
AL TERMINE DEL COLLOQUIO CON IL
PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ELLENICA
CONSTANTINOS STEPHANOPOULOS
Atene - Palazzo Presidenziale, 15 luglio 2003
Innanzitutto, ad Atene non si può far a meno di riflettere che a distanza di
oltre 2500 anni, le idee di democrazia e di libertà salvate a Maratona e
Salamina rimangono vive e vitali: la talpa che scava da millenni - così Hegel
definì la libertà - costituisce ancora il filo conduttore dell'unità europea.
Le visite di Stato fra Capi di Stato appartenenti all'Unione Europea assolvono sempre di più una duplice responsabilità: dare continuità ai nostri interessi, espressi innanzitutto dalla comune appartenenza mediterranea; far maturare l'intreccio fecondo fra idea di nazione e coscienza europea.
La storia dei nostri due Paesi ha profonde radici europee: dal cosmopolitismo del mondo greco-romano, alla storia recente delle nostre nazioni. L'Italia è sorta non per contrapporre un particolarismo ad altri particolarismi, ma per unire gli abitanti della Penisola in nome di una comune identità. Il Risorgimento italiano si è formato nello stesso tempo e con gli stessi obiettivi di quello greco: nella Vostra terra a combattere per i comuni ideali e per la loro irradiazione in Europa molti patrioti italiani sono accorsi a lottare in prima persona; Santorre di Santarosa vi ha sacrificato la vita.
L'appartenenza all'Unione Europea ha consolidato i nostri rapporti: Grecia ed Italia operano perché l'idea di Europa, ed il sistema di valori e di regole che ne è alla base, conquisti le nostre opinioni pubbliche.
Le nostre relazioni bilaterali sono intense e si avvantaggiano di cooperazioni innovative e qualificanti nelle telecomunicazioni, nell'energia, nella difesa. Dobbiamo anche essere insieme in prima linea nel fronteggiare, soprattutto nel Mediterraneo, drammatiche realtà: il divario Nord-Sud, i cambiamenti climatici.
La firma ad Atene del Trattato per l'Adesione di dieci nuovi Paesi costituisce una pietra miliare dell'integrazione europea. Li accogliamo con animo fraterno e nel sentimento di una comune appartenenza. Verranno a far parte di un'Unione che, per decenni, è stata nei loro sogni e nella cui finalità hanno preso il solenne impegno di riconoscersi. Il discrimine dell'appartenenza europea è il pieno coinvolgimento in una comunità di destini, non la semplice adesione ad un' alleanza o ad uno spazio economico di sicurezza.
La Convenzione ha individuato una piattaforma equilibrata fra diverse e non semplici esigenze: è rassicurante che, nell'insieme, essa sancisca la prevalenza del diritto dell'Unione sul diritto degli Stati. Abbiamo pochi mesi di tempo per consentire, laddove indispensabile, alcuni miglioramenti per consolidare i risultati raggiunti dalla Convenzione. L'importante è che la Conferenza Intergovernativa lavori con spirito costruttivo e nella consapevolezza delle scadenze che, nei prossimi mesi, attendono l'Unione Europea.
I cittadini europei eleggeranno nella primavera del 2004 il nuovo Parlamento Europeo, che è il principale garante della legittimità democratica dell'Unione. Essi hanno il diritto di esprimersi conoscendo il nuovo modello istituzionale e di governo.