Roma, Porta San Paolo 10/09/2001

Intervento del Presidente Ciampi a Porta San Paolo e al Parco della Resistenza per la deposizione di due corone d'alloro

 

INTERVENTO DEL
PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
CARLO AZEGLIO CIAMPI
A PORTA SAN PAOLO E AL PARCO DELLA RESISTENZA
PER LA DEPOSIZIONE DI DUE CORONE D'ALLORO

Roma, 10 settembre 2001

    "Difesero la capitale. Tennero alto l'onore della Patria. Combatterono anche quando si trovarono soli, senza ordini o con ordini contraddittori. Furono tanti. Ufficiali subalterni, sottufficiali, soldati a prendere l'iniziativa, a guidare attacchi disperati.

    Granatieri di Sardegna, lancieri di Montebello, fanti e artiglieri della "Sassari", carristi e soldati delle divisioni "Ariete" e "Piave", cavalieri del "Genova", carabinieri e poliziotti, donne e uomini di Roma, qui, davanti alle mura della capitale d'Italia combatterono due giorni e due notti, dopo l'8 settembre del 1943.

    Caddero con le armi in pugno 414 militari e 156 cittadini di Roma. Centinaia furono i feriti.

    Vorrei ricordare ciascuno di loro, dal tenente colonnello Vannetti Donnini al capitano Sabatini, al sottotenente Floritto, ai carristi Lo Pizzo e Baldinotti, all'operaio del Testaccio Cecati, al professor Persichetti, al fruttivendolo Ricciotti, al sottotenente Nicoli che, costretto a guidare un camion nemico, lo condusse consapevolmente in un campo minato.

    La memoria è una corda fatta di molti fili, di storie di singoli individui che hanno seguito la propria coscienza. Tutti insieme, i fatti di quei giorni divengono epopea di un popolo, si spiegano soltanto con l'amor di Patria che proruppe genuino nella prova più difficile.

    L'8 settembre 1949 è stato l'esperienza più dura della mia generazione; l'ho ricordato in più occasioni.

    A Porta San Paolo, come a Piombino - dove un anno fa ho consegnato la medaglia d'oro al valor militare - come in Puglia, in Piemonte, Liguria, Veneto, in Sardegna, in centinaia di paesi e città, in quei giorni del settembre 1943 cittadini, uomini e donne, operai e studenti, si unirono spontaneamente ai soldati e agli ufficiali che si opponevano all'invasore. Si verificò quell'unione di popolo e di forze armate che ha permesso all'Italia di resistere alla tragedia dell'occupazione e della separazione del territorio. Il filo dell'unità d'Italia non si spezzò.

    Ricordiamo in tutte le occasioni gli 87.000 caduti appartenenti alle forze armate. Tra di loro ci sono gli eroi di Cefalonia, di Corfù, delle isole dell'Egeo, i marinai della "Roma" e tanti altri che non vollero cedere le armi. Ricordiamo quei 600 mila militari italiani che consapevolmente rifiutarono di collaborare con i nazisti e, per questo, scelsero l'internamento nei campi di concentramento. Molti di loro non sono più tornati. Tra qualche minuto mi recherò con voi a rendere omaggio a questi soldati che tennero fede al giuramento e che insieme a tanti civili diedero vita alla Resistenza, aprirono la strada al rinnovamento morale che condusse alle libere elezioni e al referendum del 2 giugno 1946, nella continuità e nella legalità dello Stato, mai venute meno.

    Per me quella di oggi è una tappa importante in quel viaggio nella memoria che ho intrapreso da quando sono Presidente della Repubblica e che mi ha portato ad onorare i caduti di El Alamein, i martiri di Sant'Anna di Stazzema, i soldati sepolti nella foresta di Tambov in Russia, a Piombino, a Cefalonia e oggi qui, a Porta San Paolo.

    Mentre si svolge questa cerimonia, militari di quei reparti che quasi sessant'anni fa combattevano qui, sono nei Balcani fianco a fianco con soldati francesi, tedeschi, inglesi e di numerosi altri Paesi europei, accomunati in una difficile missione di pace, affratellati da un unico progetto di unione dell'Europa. Questa è la più grande impresa affrontata negli ultimi secoli dai popoli del nostro continente; l'esperienza più avanzata di unione di popoli nella democrazia mai tentata fino ad oggi.

    Ricordiamo insieme, tutti noi europei, i fatti di allora. E' doveroso e importante. Aiuta le nuove generazioni a capire quanto straordinario sia il cammino che abbiamo percorso insieme, quanto sia vitale per il loro futuro il progetto di Unione europea che stiamo realizzando

Viva le Forze Armate Italiane, Viva l'Unione europea, Viva l'Italia".