VISITA IN ABRUZZO 24/09/1999

PESCARA - INCONTRO CON LE AUTORITA' E CON I CITTADINI

 

VISITA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
CARLO AZEGLIO CIAMPI
IN ABRUZZO

INCONTRO CON LE AUTORITA'

Pescara, 24 settembre 1999

In primo luogo, desidero ringraziarvi. Ringraziarvi, non solo per il calore - che ho avvertito già entrando in questo palazzo - dei pescaresi, che erano fuori ad attendermi; calore che ho sentito negli interventi che insieme abbiamo ascoltato.

Ringrazio sia il Sindaco di Pescara, sia il Presidente della Provincia, sia il Presidente della Giunta Regionale per quello che hanno detto. E, non tanto per le parole di cortesia e di saluto, che hanno rivolto nei miei confronti, ma perché nei loro interventi sono stati capaci di toccare i temi essenziali di questo incontro, dando concretezza ai loro interventi.

Non pure parole di cerimonia, ma riferimenti precisi a problemi, a iniziative che sono a un tempo stesso la valutazione di quanto -. e non è poco - in questa Regione, in questa città è stato fatto. Ma soprattutto l'impegno ad andare avanti. E al tempo stesso parole nobili che attestano la dignità di questa gente, attestano la solidità della struttura sociale di questa Regione.

Questo è estremamente importante: avvertire come in tutti voi sia presente la necessità di continuare a far sì che le doti degli individui trovino nella famiglia, nella scuola, nelle associazioni di qualsivoglia fonte esse siano, il riferimento, il punto di appoggio per realizzare una coesione di vita civile e al tempo stesso per esaltare la dignità di ciascuno.

E' con questi sentimenti che ringrazio di cuore coloro che hanno voluto rivolgermi il loro saluto.

In quanto è stato detto, vi sono stati anche accenni al mio percorso personale, percorso che nasce in Pescara nel 1942 quando mi trovai in questa città, alla Caserma "Di Cocco" a frequentare un corso allievi ufficiali per diventare poi giovane Sottotenente dello Stato italiano. E poi il ritorno, quasi casuale ma fortunato, nella vostra terra nel 1943 in ben più difficili e drammatiche circostanze.

Credo che allora si completò quella formazione che avevo ricevuto nella scuola media e superiore della mia città, in un istituto religioso, e successivamente quella che avevo avuto a Pisa alla Scuola Normale, istituzione a prevalente e forte ispirazione laica.

Esperienze ambedue che hanno segnato la mia vita e che hanno poi trovato una loro congiunzione nella realtà che ho vissuto, nella prima realtà che ho vissuto, che è stata quella dell'inverno 1943-1944 in terra di Abruzzo.

E quei valori così forti si sono radicati nel mio animo. Ho voluto anche l'altro giorno ricordarli silenziosamente, quando mi sono trovato a Milano a rendere l'estremo saluto a quello che considero uno dei Padri della Patria: Leo Valiani. E in quella circostanza quando in silenzio salutai quel grande uomo, ripercorsi l'arco della mia vita e sentii profondo in me il dovere di continuare ad operare lungo quegli insegnamenti che ho avuto in quegli anni e che hanno caratterizzato tutto il mio modo di essere. 

Guardando, quindi, indietro per andare avanti, a quei tempi lontani ci viene da chiederci se quelle speranze che allora nutrimmo si siano realizzate e in quale misura. E me lo sono chiesto nuovamente, da ieri, in questa mia visita in Abruzzo. E non ho dubbi nella risposta, avendo davanti questa vostra Regione fiorente e nella memoria l'immagine di quella che era, pur nel suo orgoglio e nelle sue tradizioni di antichissima civiltà, una delle Regioni più povere d'Italia.

Sì, gran parte di quelle speranze si sono realizzate. Direi forse al di là di ogni nostra attesa. Il confronto fra il passato e il presente, fra l'Abruzzo di allora e il nuovo Abruzzo che avete costruito con il vostro lavoro è davvero straordinario.

Quanta strada avete, anzi abbiamo percorso insieme. In termini tecnici si parla dell'Abruzzo come della Regione modello, la prima - come è stato or ora ricordato - ad avere realizzato l'uscita dall'"obiettivo 1"; che vuol, dire passare da una condizione di arretratezza, meritevole di particolare assistenza, a una condizione nella quale il futuro è ancor più di prima nelle vostre mani.

In termini più concreti la storia ricorderà questa tappa come il segno di un grande progresso, di grandi conquiste, frutto del lavoro e delle iniziative imprenditoriali. Basta pensare a quei lavoratori che invece di emigrare oltreoceano hanno saputo realizzare qui nelle loro terre, fra i monti e il mare, una nuova economia produttiva senza distruggere quello straordinario patrimonio naturale che sono i vostri grandi parchi, le vostre verdi montagne, il vostro mare azzurro.

Ma non penso soltanto al benessere economico, penso e non posso non farlo, al cammino compiuto per integrare la nostra Patria gloriosa in una nuova più grande Patria europea, all'insegna dell'amicizia dei popoli, all'insegna della pace.

Qualche parte mi è toccato di svolgere in questa impresa pluridecennale; posso assicurarvi che molte delle mete che abbiamo raggiunto e superato, ultima la nostra partecipazione alla nascita di una moneta comune europea, e con essa la nascita di una vera sovranità europea, sembravano, durante le prime tappe di quel percorso, irraggiungibili, se non addirittura inimmaginabili.

Ma voglio tornare da questo quadro più ampio a quello che ho avuto davanti agli occhi in questo rinnovato incontro con l'azzurro, con l'Abruzzo pieno di luce, pieno di colori.

Credetemi, ieri avere avuto la fortuna di una magnifica giornata in cui ho potuto in elicottero andare sul "Gran Sasso", vedere il "Gran Corno" e di lì poi scendere verso la pianura del Fucino, quella magnifica agricoltura e in mezzo a quella magnifica piana scoprire quella realtà avveniristica che è "Telespazio". E poi da lì scendere ad Assergi ed andare a visitare il laboratorio nelle viscere della montagna. Veramente è un qualcosa che rallegra nel cuore, perché è la capacità di coniugare la natura con la scienza, l'antico e il nuovo, il futuro.

Non starò a decantare proprio a voi la bellezza della vostra terra. Ma voglio lodarvi per averle sapute conservare. Non a caso questa è la regione d'Italia e forse d'Europa che ha più vaste zone protette, più vasti parchi naturali. Mi pare se ne possono contare quattro di parchi naturali.

Se lo sguardo dallo ieri all'oggi è motivo di conforto, guardare al domani significa proporsi nuovi impegni, nuovi traguardi. Debbo anche qui esprimere il mio compiacimento per la concretezza dei discorsi, delle analisi che ho qui ascoltato, per la rilevanza dei proponimenti.

Sono discorsi e analisi serie. Si è persa la vecchia cultura della domanda di assistenza. E' nata, non soltanto qui debbo dirlo, anche se voi siete all'avanguardia, una nuova cultura: la fiducia nelle proprie forze in un quadro istituzionale che apre nuovi spazi a Comuni, Province, Regioni. E qui voglio dare un particolare saluto ai Sindaci dei comuni della provincia di Pescara.

Una cultura che si fonda sulla comunione di sforzi fra pubblico e privato. Sembra che in questa Italia un tempo rissosa, abbiamo tutti imparato a darsi vicendevolmente del "tu" come ancora sapete fare voi abruzzesi. Ed è la vostra una lezione di civiltà!

Naturalmente il quadro dei compiti, dei propositi, degli obiettivi cambia da città a città, da provincia a provincia. Qui a Pescara lo sguardo spazia dai monti al mare, dai grandi parchi, fonte di inaspettata ricchezza, alle vostre città affacciate sulla costa adriatica.

Chi come me va predicando - ma l'ho sentito, per fortuna, ripetere qui poco fa - su e giù per l'Italia a favore dei progetti delle nuove autostrade del mare, lungo l'Adriatico, lungo il Tirreno, non può non rallegrarsi di ascoltare propositi che si ispirano a questi che possono sembrare sogni, ma che sogni non sono. Sapere che l'Adriatico, che è un'autostrada del mare, non è stata finora abbastanza valorizzato non vuol certo dire che il progetto di valorizzarlo sia sbagliato. Al contrario, vuol dire che a questo fine, come ai fini degli altri progetti di sviluppo, di cui mi avete parlato, occorre moltiplicare gli sforzi, avendo poi la forza, la determinazione, la tenacia - tutta abruzzese - di tradurre i propositi in realtà.

Se guardate indietro al cammino che avete percorso non potete dubitare di potere percorrere con successo anche quello che avete davanti.

Io penso ai giovani che hanno solamente il ricordo di alcuni eventi; ma il mio ricordo è ancora vivo, perché è entrato nella mia carne. Qui ho sentito i bollettini di guerra dell'inverno 1943-1944, con tutte le distruzioni che riguardavano - cito a memoria - Guardiagrele, Orsogna, Ortona, Francavilla, fino a Pescara. Queste cose bisogna ricordarle, bisogna tramandarle, perché da esse anche i giovani traggano motivi di fiducia, di speranza per il loro avvenire.

Le vostre forze sono di molto cresciute, la vostra capacità progettuale, che è la sostanza dei sogni, si è anch'essa accresciuta. Lasciate dire a me che ho una certa pratica di problemi finanziari, che il limite non sono le risorse finanziarie.

Vi assicuro che non è mai un problema trovare i fondi necessari per finanziare i progetti, purché si tratti di progetti sani, solidi, validi. Lo è meno che mai oggi, nel grande mercato finanziario dell'Euro. Ma, attenzione -. l'ho detto ieri con particolare rilievo - in questo grande mercato si accresce anche la competitività fra Paesi e Regioni, la capacità progettuale e operativa di questo o quel concorrente.

Saranno i vincenti sistemi-Paese o i sistemi-Regione, come oggi si usa dire, che si batteranno meglio sulla grande arena del mercato europeo e mondiale. E qui l'importanza per aumentare l'occupazione di rafforzare la formazione. Alla società dell'informatica deve rispondere la società della formazione, della formazione permanente. Quando io dico, come dissi ieri a L'Aquila, che la sicurezza di lavoro di ogni individuo poggia soprattutto sul proprio bagaglio professionale, questo intendevo dire.

Oggi i cicli produttivi delle imprese, dato il progresso e l'innovazione, hanno durate ben più brevi di quelle che avevano in passato. E quindi è necessario che i lavoratori abbiano una formazione che si aggiorni, che si adegui continuamente a questo mutare, a questo susseguirsi dei cicli di innovazione produttiva.

Il grande mercato europeo, come il grande mercato globale sono una straordinaria occasione, ma sono anche una sfida che va presa estremamente sul serio. Le sfide si affrontano per vincerle ma avendo sempre presente che si possono anche perdere. Sta a noi non perderle, sta a noi vincerle!

Le parole che ho ascoltato fra ieri e oggi, le cose che ho visto mi danno fiducia che, in questi grandi mercati, l'Abruzzo, anche se non sarà più protetto dall'"obiettivo 1", si batterà bene. Esso ha ottime probabilità di emergere dal confronto con gli altri come una delle Regioni vincenti. Certo sappia, e do ogni assicurazione al Presidente Falconio, che l'Italia dovrà continuare e continuerà a darvi un sostegno particolare per questa fase di transizione dall'"obiettivo 1" all'"obiettivo 2". E l'Italia farà quanto è necessario perché anche l'Europa rispetti gli impegni che ha preso al Consiglio europeo di Berlino, relativamente all'Abruzzo.

Ma, soprattutto, è importante che voi non dubitiate di voi stessi, e non chiediate ad altri ciò che voi stessi potete realizzare, potete costruire.

Preparate progetti, ripeto. Chi vi aiuterà a realizzarli non mancherà. Quanto a me, vi accompagnerò con animo amico, consapevole che la grandezza della nostra Patria nasce dalla operosità delle sue cento città, dalle sue variatissime tradizioni di civiltà.

Voi avete saputo conservare intatto un ricco patrimonio di valori naturali e umani. Avete sviluppato un nuovo patrimonio di risorse produttive. Vi auguro di continuare su questa strada per conquistare nuovi successi da aggiungere a quelli che avete conseguito in questi ultimi anni.

E infine, ancora grazie per l'accoglienza che mi avete riservato, per l'amicizia, per il sostegno che mi state dando. Grazie. (Applausi)